Carteggio tra Costantino Nigra e Antonio Starabba, marchese di Rudinì

 

Antonio Starabba, marchese di Rudinì, noto anche come Antonio Starabba o Antonio di Rudinì (Palermo, 6 aprile 1839 – Roma, 7 agosto 1908), è stato un nobile, politico, prefetto e patriota italiano; sindaco di Palermo per più di tre anni, fu più volte ministro, la prima delle quali a soli 30 anni (il più giovane di tutta la storia unitaria) e, dal 6 febbraio 1891 al 15 maggio 1892 e dal 10 marzo 1896 al 29 giugno 1898, presidente del Consiglio dei ministri del Regno d'Italia.

Di una nobile famiglia siciliana ostile al dominio borbonico in Sicilia (il padre, Francesco Paolo Starabba, partecipò ai moti siciliani del 1848), si laureò in giurisprudenza all'Università di Palermo, divenendo avvocato ed entrando a far parte del gruppo di quei giovani nobili siciliani che, insofferenti al dominio borbonico sulla Sicilia, nutrivano idee patriottiche filo-sabaude.

Per questo motivo il giovane Antonio si unì, nel 1859, al comitato rivoluzionario che avrebbe in seguito spianato la strada ai trionfi di Giuseppe Garibaldi nell'anno seguente. Il 4 aprile 1860 di Rudinì partecipò al tentativo di sollevazione rivoluzionaria organizzato a Palermo da Francesco Riso, noto come Rivolta della Gancia, represso duramente nel sangue dalle forze armate borboniche. Il marchese di Rudinì riuscì a scampare all'esecuzione imbarcandosi su una nave francese diretta a Genova, dove rimase spettatore degli eventi fino alla conclusione della Spedizione dei Mille.

Dopo la proclamazione del Regno d'Italia il 17 marzo 1861, lavorò per un breve periodo a Torino come addetto del Ministero degli Esteri. Nel 1863 rientrò a Palermo, dove fu consigliere comunale e, alla morte del politico Mariano Stabile, sindaco della città, avvenuta il 10 luglio dello stesso anno, fu nominato come suo successore a primo cittadino del capoluogo siciliano. All’età di 24 anni, il marchese Antonio Starabba di Rudinì è, ancora oggi, il più giovane capo dell'amministrazione di Palermo, dello stesso capoluogo di provincia e della regione.

Nel 1867 fu eletto per la prima volta deputato alla Camera del Regno. Nel 1868 fu nominato prefetto di Napoli, dove mostrò notevoli qualità di amministratore e pubblico ufficiale. Questo lo portò, il 22 ottobre 1869, a essere nominato ministro dell'interno nel gabinetto Menabrea, sebbene avesse appena 30 anni. Di Rudinì rimase titolare del dicastero meno di due mesi, fino al 14 dicembre 1869, quando cadde insieme all'esecutivo. Ritornato semplice deputato, si schierò politicamente nelle file della Destra più conservatrice, a cui restò fedele anche durante gli anni del trasformismo operato da Agostino Depretis, cui partecipò anche parte della Destra storica che faceva capo a Marco Minghetti. Fu sempre riconfermato alla Camera, ma senza incarichi di governo parlamentari fino al 10 dicembre 1890, quando fu nominato vicepresidente della Camera.

Quando il governo Crispi II cadde nel gennaio del 1891 a causa dell'introduzione di misure fiscali troppo rigide, il re Umberto I affidò a di Rudinì, capo riconosciuto della Destra, l'incarico di formare il nuovo ministero. Il nuovo esecutivo entrò in carica il 6 febbraio, con di Rudinì che ricopriva anche il dicastero degli Esteri (e successivamente anche della Marina e dell'Agricoltura, industria e commercio). La sua composizione rifletteva i mutati equilibri politici interni al Parlamento italiano: infatti il nuovo primo ministro dovette formare un governo di coalizione che vedeva insieme ad esponenti conservatori una parte della Sinistra storica e che si basava sull'appoggio parlamentare anche di alcuni deputati radicali.

La sua amministrazione si rivelò l'esatto opposto di quella del suo predecessore: alle eccessive spese sostenute dal governo Crispi per gli investimenti industriali e i progetti coloniali, che avevano causato il dissesto del bilancio, contrappose una politica della "lesina", volta a ridurre le spese eccessive, specie quelle militari.

La corrispondenza con Nigra si riferisce agli anni 1891-1892 in cui di Rudinì fu anche Ministro degli Eesteri.

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