NIGRA AMBASCIATORE A LONDRA
Conferenza Castellamonte Consiglio di Biblioteca – 22 febbraio 2019 – Nigra e Gallenca
Negli anni 1881-82, densi di problematiche legate alla situazione dell’Impero Ottomano che coinvolgevano tutte le Grandi Potenze europee, il Re Umberto I volle rivedere tutta l’organizzazione diplomatica e, memore dei grandi servigi resi all’Italia dal Nigra, gli riservò un trattamento degno della massima stima e considerazione: innanzitutto il titolo di Conte che gli conferì nel dicembre del 1882 e poi il trasferimento alla prestigiosa sede diplomatica di Londra, che rappresentava allora uno dei posti più ambiti da tutti i diplomatici di carriera; un posto che lusingava anche Nigra per il fascino che, cultura inglese e regime di una corona dalle tradizioni uniche, esercitavano.
Per comunicargli la decisione del Re di concedergli il titolo di Conte, il Presidente del Consiglio Agostino Depretis indirizzò a Nigra questa lettera: “ La Maestà del Re, volendo dare alla E.V. un attestato della sua sovrana soddisfazione pei servizi da Lei resi al paese nella sua lunga carriera, con decreto di Motu proprio in data del 21 dicembre 1882, si è degnata di concederle il titolo e la dignità di Conte, trasmissibili ai suoi discendenti maschi, in linea e per ordine di primogenitura maschile, con facoltà di usare e di trasmettere un particolare stemma gentilizio. Per mezzo di S.E. il Ministro degli Esteri, Ella saprà ciò che ancora occorre fare per la registrazione del decreto di concessione alla Corte dei Conti e per la emissione delle relative Lettere Patenti ”.
Il Presidente Depretis ed il Ministro Mancini volevano, nella capitale britannica, un Ambasciatore capace di grande dinamismo e con lunga pratica di negoziati importanti. Con qualche piccolo rimorso, Nigra scrisse al Ministro Mancini, nel dicembre 1882, comunicandogli la sua disponibilità al trasferimento: “Al momento di lasciare San Pietroburgo sento un vivo e sincero rincrescimento. La mia posizione qui era eccellente, l’accoglienza di questa società era stata più che cortese, cordiale; difficoltà politiche o d’altra natura non avevo affatto avuto; le relazioni ufficiali, e non ufficiali, ottime. Ora devo intraprendere una nuova vita, farmi ad altre usanze, coltivare nuove relazioni, e Dio sa con quale esito. Avrò noie che qui non avevo ed occupazioni maggiori. Tuttavia fra i tanti posti a cui potevo aspirare, quello di Londra è certamente quello che mi lusinga di più. Farò laggiù del mio meglio, ma se la sua amicizia per me Le fa dire che potrò rendere colà al nostro paese grandi servigi, la mia coscienza mi avverte che dovrò accontentarmi di renderne dei più modesti. Grandi errori non ne farò e avrò cura di vivere decorosamente e di non fare il guastamestieri. Per il resto Ella sa, per prova, meglio di me, che la nostra azione diplomatica, se può essere aiutata dalla personalità degli ambasciatori, vale però in base alla forza morale e materiale che sta dietro di loro e cioè l’autorità e la forza del Governo e del Paese che rappresentano ”.
Così, a fine dicembre 1882 Nigra è nominato Ambasciatore a Londra e prende possesso della nuova sede diplomatica di Queen’s Gate 35 nel centro di Londra.
Dopo l’accreditamento presso il Ministro degli Esteri George Leveson-Gower alias Lord Granville, nel gennaio 1883, con il fresco titolo di Conte, Nigra ritenne di poter chiedere udienza privata alla sovrana del Regno, che la Regina Vittoria gli accordò. Così il 26 gennaio 1883 Nigra si recò nella residenza reale di Osborne sull'isola di White, dove la Regina aveva trascorso il Capodanno.
La Regina fu molto amabile e raccontò delle sue esperienze italiane di gioventù e della sua simpatia per il nostro paese, per il Re Vittorio Emanuele II, che aveva sempre considerato franco e leale, e per Cavour di cui manteneva una grande ammirazione. Entrambi li aveva conosciuti in occasione della visita ufficiale a Londra nel 1855 della Delegazione italiana che visitava gli alleati della Guerra di Crimea, Francia ed Inghilterra.
Così Nigra scriveva al Ministro Mancini. “Londra, 20 gennaio 1883. Signor Ministro, mi pregio di informare Vostra eccellenza che ho avuto l'onore di presentare a Sua Maestà la Regina, a Osborne nell'isola di Wight, la lettera colla quale è piaciuto a Sua maestà il Re, Nostro Augusto Sovrano, di accreditarmi in qualità di Suo Ambasciatore presso questa Corte. Ho pranzato ed ho passato la notte al Castello ed ho avuto dalla Regina la più graziosa accoglienza. Sua Maestà mi ha espressamente incaricato di far pervenire alle loro Maestà, il Re e la Regina, i suoi complimenti più affettuosi. Nigra.”
Inizia qui un periodo, in realtà breve (1883-1885), ma denso di argomenti rilevanti: la politica espansionistica del Regno Unito (allora 1° Potenza Mondiale sui Mari), le intese sulla costruzione del canale di Suez (libertà e neutralità per le quali il Nigra si batterà e con successo), lo smantellamento dell’Impero Ottomano (con tutte le sue implicazioni politiche), la morte dello Czar Alessandro II ucciso in un attentato. Quanti impegni di grande rilevanza assolti con grande capacità diplomatica.
Nigra rappresenterà il Governo del Regno d’Italia, a fianco del Duca d’Aosta in rappresentanza del Re Vittorio Emanuele II, all’incoronazione di Alessandro III, avvenuta al Cremlino di Mosca il 15 maggio 1883.
Nella sua permanenza a Londra Nigra seppe dare esempio di capacità innovative. Scrive al Ministro Mancini a fine 1883.
"Caro ed illustre amico,
per antica consuetudine, che in altri tempi ebbe le sue buone ragioni di essere, il nostro Ministero per gli Affari Esteri si servì, nella sua corrispondenza in cifra colle Legazioni e coi Consolati, di dizionari scritti in lingua francese. Ora mi pare che sia proprio venuto il momento pel nostro Ministero, per le Legazioni e pei Consolati italiani, di far uso della lingua nazionale anche per la corrispondenza in cifra. Provvisoriamente si potrebbe fare qualche eccezione per certi posti, ma il principio della corrispondenza nella nostra propria lingua dovrebbe, mi pare, essere sanzionato fin d'ora anche per il cifrato. Io ho qui introdotto la corrispondenza in lingua italiana per le comunicazioni che la Regia Ambasciata fa al Foreign Office, il quale dal suo lato usava sempre, ed usa continuamente l'inglese nelle sue comunicazioni colle Legazioni estere. Questo cambiamento non sollevò nessun ostacolo per parte del Foreign Office e per la prima volta la lingua di Dante prese possesso, come doveva, dei suoi incartamenti.
Vorrei che fra le buone cose ch'Ella ha fatto e fa nel nostro Ministero, non omettesse questa.
Vorrei ch'Ella cancellasse quest'ultima traccia dei tempi della divisione e della servitù della patria nostra. Dico servitù perchè l'essere la lingua altrui nelle cose nostre è vera servitù e servitù di pensiero.
Ella scuserà, non dubito, la libertà del suggerimento dettato da sentimenti che sono così da un pezzo e che abbiamo in comune. Mi creda suo rispettoso. Nigra"
Le guerre dell’Inghilterra con il Sudan e con l’Egitto negli anni 1883-1885 occuparono non poco l’attività diplomatica del Nigra che seppe sempre mantenere un intelligente equilibrio tra le esigenze di neutralità politica dell’Italia e le ambizioni espansionistiche inglesi, sempre ben mascherate da una oculata azione diplomatica.
Le operazioni espansionistiche del Regno Unito in Egitto e Sudan erano del resto controbilanciate da analoghe ambizioni francesi in Tunisia ed allora Nigra ed il Ministro Mancini erano impegnati a mantenere uno statu-quo garantista in tutta la zona interessata.
I rapporti tra Nigra e Gallenga sono stati legati ad una vicenda intrigante, quella della scomparsa del Re Edoardo II, di cui parlerà Emilio Champagne.